Sacerdoti carissimi, fratelli e sorelle, sorretti dalle parole di S. Paolo, proclamate poco fa. Io e te, mio bene segreto, Come i gamberi ce n'andiamo A culo indietro, a culo.
- Cerchiamo sempre un 'mattino', un risveglio che porti luce e rinascita, ma quasi sempre la nostra ricerca non ha effetto e ci chiediamo allora se quel mattino esiste.
- D'altra parte, i posti in cui siamo nati e.
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Home Scultore Giuseppe Gentili - .: Giuseppe Gentili. Abbandonati e Accolti - opera donata a Papa Francesco. L'Aquila in Bronzo in Vaticano.
GIUSEPPE GENTILI, UNO SCULTORE PER L’AQUILA( \n Indirizzo e- mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo. Un’opera dell’artista marchigiano, definito il Chaplin della scultura, per la ricostruzione della citt. Fare qualcosa per L’Aquila, la citt. Tanto da farci spesso tappa quando da Camerino si reca a Roma. Passa di buonora il traforo sotto il Gran Sasso, finch. Un istinto irrefrenabile lo chiama sempre verso l’incomparabile ambiente urbano aquilano, dove si respira un’aria diversa che profuma d’arte e di storia.
Giuseppe Gentili ebbe qualche anno fa per L’Aquila un innamoramento a prima vista, per le sue architetture, le sue preziosit. Ammalia la sua sensibilit. La convalescenza era paziente, rispettosa degli ammonimenti dei medici secondo le rigorose prescrizioni dopo l’operazione. Ma la tragedia dell’Aquila ha toccato il cuore di questo artista sensibile, la cui generosa spontaneit. L’ha fatta subito una promessa, all’indomani del sisma, ne sono il testimone. Anzi, ancora convalescente ha infranto le prescrizioni ed .
Ha imbracciato la fiamma ossidrica e ha ripreso a fondere il ferro, la sua arte nobile, per L’Aquila. Per realizzare una scultura, il suo contributo alla rinascita dell’Aquila.
Un’aquila ferita, naturalmente, ma altera come si conviene all’indole antica della citt. Conta su un’asta generosa per la sua opera, promossa da qualche ente, il cui ricavato sar.
Ha il sapore di altre amarezze la condivisione di questa tragedia. Gentili le ricorda, le sue dirette esperienze da terremotato, vittima del grave sisma che nel settembre 1. Di quella esperienza gli . Fatte le debite proporzioni, egli conserva un giudizio sul dopo terremoto, magari un po’ eccessivo, comunque assai vicino a quello descritto da Silone in “Uscita di sicurezza” sul terribile sisma della Marsica. In una contrada come la nostra, in cui tante ingiustizie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti appariva un fatto talmente plausibile da non richiedere ulteriori spiegazioni. C'era anzi da stupirsi che i terremoti non capitassero pi. Nel terremoto morivano infatti ricchi e poveri, istruiti e analfabeti, autorit.
Nel terremoto la natura realizzava quello che la legge a parole prometteva e nei fatti non manteneva: l'uguaglianza. Passata la paura, la disgrazia collettiva si trasformava in occasione di pi. A quel tempo risale l'origine della convinzione popolare che, se l'umanit. La ricostruzione, anche quando viene condotta decentemente come nelle zone terremotate nel 1. Lo scultore lo teme, ancor pi.
Sarebbe davvero una sciagura, che neanche si vuole immaginare. Di qui la sua vicinanza, la premura affettuosa, la vigile attenzione. Anche in questa sua scultura, per L’Aquila.
Sentimenti che danno il senso della dedizione totale dell’artista alle sue cause, come in questa per L’Aquila. La sente fortemente, quasi in maniera viscerale. Bisogna davvero conoscerlo, Giuseppe Gentili, da vicino come uomo, per capirlo a fondo.
Ma, per fortuna, quel mondo di violenze, consumismo e di omert. E per lui parlano, anzi gridano, le sue opere, come Don Chisciotte (un’autentica rappresentazione di s.
Insomma, un artista che fa della scultura la ragione dei suoi valori, della coscienza e dell’impegno civile, una ribellione all’indifferenza e al conformismo, spesso anche nell’arte, incurante dei giudizi. Il coacervo ferroso mantiene una sua precisa identit. Un vero enigma esistenziale la sua completa fusione con l’opera d’arte che di volta in volta crea, alla quale trasmette la cornucopia delle proprie emozioni, delle speranze e dei valori, solo per i quali . Eppure, nelle sue opere dalla materia rappresa come lava, l’essere umano sopravvive sempre, magari carbonizzato e dilaniato, lacerato e mutilato. E queste sculture sembrano quasi rispecchiare quella in- determinazione dell’individuo di oggi o meglio la sua liquefazione di cui ha parlato il grande sociologo Zygmunt Bauman. Una liquefazione che l’artista registra ma che cerca anche di bloccare col potere catartico della scultura. Il cuore di una simile ricerca sta nella volont.
L’arte di Gentili, dunque, sa parlare schietta a tutti gli uomini di buona volont. Con una locuzione tanto aderente nell’essenza quanto appropriata persino al suo corpo, l’artista marchigiano . Lo scultore, peraltro, incontr. Il celebre attore fu colpito da questo artista eclettico, tanto da acquistare ben due opere di Gentili (Il suonatore di tromba e Il direttore d’orchesta) che colloc. Pochi mesi dopo un’altra grande scultura di Gentili, il Don Chisciotte, sar. Mentre Federico Fellini, nel ’7. Gentili direttamente in dono dall’artista.
Ha fatto gli studi a Macerata, diplomandosi “maestro d’arte”. Nel 1. 96. 6 la sua prima mostra personale. La sua produzione si concentra su sculture in ferro, bronzetti, pannelli in bassorilievo, sbalzi di rame, ma anche dipinti e grafica. Sue opere di grandi dimensioni sono diventate monumenti, collocati in parchi pubblici. Molte le esposizioni e i riconoscimenti, in Italia e all’estero. Le opere di Gentili sono intinte d’impegno civile, nella tutela dell’ambiente e nella lotta contro ogni tipo di violenza.
Particolarmente emozionante la serie di lavori ispirati ad episodi biblici, al volto di Cristo e ai drammi della guerra. Dell’artista fece un ritratto assai singolare, nel 1. Antonio Bittarelli in un suo articolo sulle opere di Gentili ispirate al terremoto dell’anno prima in Umbria e Marche. Lo diresti senza arte n. Lo taglia, lo fonde, lo chioda, lo incastra, quell’ometto di quaranta chili che lavora come un dominatore e vive come un girovago venuto fuori da un romanzo russo. Neppure si sa se il contatto con l’esterno lo tiene con i sensi e il cervello, o con la parapsicologia”.
Una fotografia perfetta dell’uomo e dell’artista, della sua sensibilit. Ma anche un’immagine perfetta dell’anima. Non poteva essere altrimenti. D’altronde sull’anima l’insigne prelato contava ben diversa competenza che non chi scrive. Non resta allora che l’autoemarginazione. Un artista deve guardarsi dalla celebrit. Nel maggio dell’anno scorso mentre leggevo e condividevo pienamente queste acutissime riflessioni di Paul Virilio, un’istantanea associazione di idee mi ha portato a pensare al lavoro drammatico, solitario e per molti aspetti sconvolgente di Giuseppe Gentili, artista che potrebbe identificarsi perfettamente in quelle parole.
Ufficialmente e ingiustamente il nome di Gentili non ha piena cittadinanza nell’odierno sistema dell’arte contemporanea, mondano, luccicante, superficiale, tutto business e niente sostanza, esemplarmente rappresentato dal teschio tempestato di diamanti di Damien Hirst o dall’Hanging Heart di Jeff Koons che ha battuto tutti i record di aggiudicazione. Gentili, affiancato e rinfrancato solo dalla singolare figura di un mecenate illuminato come Antonio Cargini, ha finora scelto una sorta di ascetica e feconda autoemarginazione da cui . Una scultura fatta di ferro e di fuoco che esprime crudamente la spietatezza, l’egoismo, l’ipocrisia e la violenza di un mondo costantemente messo – per l’appunto- a ferro e fuoco da vecchi e nuovi barbari, non solo con guerre ed eccidi ma anche con quell’indifferenza che continuamente annichilisce i deboli, gli indifesi, i poveri. Eppure, nelle sue opere dalla materia rappresa come lava, l’essere umano sopravvive sempre, magari carbonizzato e dilaniato, lacerato e mutilato. Gentili ingaggia col ferro una sorta di furibonda lotta personale che anche da un punto di vista tecnico, nell’uso audace della fiamma ossidrica, non ha eguali in altri artisti, mettendo ogni volta a repentaglio la propria incolumit.
E’ oggi un privilegio assai raro quello di poter vedere un’opera carica di primordiale violenza e di un istintivo desiderio di denuncia come Il terrorismo, totem gigantesco ed impressionante, visionario ed apocalittico, in cui le forme e le presenze si divorano reciprocamente e senza sosta, con un crescendo d’orrore metamorfico che trova qualche paragone nei migliori film di fantascienza. Solo un artista dalla sensibilit. E per Gentili l’atto creativo nasce proprio da un primario processo di autoidentificazione nella sofferenza che possiede una sconvolgente autenticit. Lo stesso accade per i suoi tragici Cristi crocifissi e scarnificati come relitti post- atomici o per i suoi uomini sofferenti per la fatica di lavori umili e mal retribuiti e ridotti a larve dalla prepotenza e dallo sfruttamento.
In tal modo la fredda materia metallica diventa viva e soffre quasi come gli esseri di cui prende la forma. Alle spalle di tutto questo c’. Impressionante in tal senso . E non a caso Gentili ha dedicato una mostra e diverse opere all’inarrivabile Charlie Chaplin ( da lui incontrato nel 1. Charlot, il povero che fantasiosamente si arrangia ma sempre con dignit.
Ecco, nella scultura di Gentili, cos. Perse la casa, il laboratorio; si scontr. Ma ebbe un effetto straordinario sull'artista. Dalle rovine trasse il materiale per creare i simboli della distruzione e, quindi, della speranza e della ricostruzione. Il terremoto, che il 6 aprile ha colpito L'Aquila, ha risvegliato in lui un'altra forte reazione. Nonostante i postumi della malattia, ha iniziato a creare l'aquila, simbolo della citt.
Ha inteso rappresentare la dominatrice dell'aria, colpita, ma pronta a risollevarsi e riprendere il volo. L'artista, originario di Pollenza, maceratese e camerte, affider. Affascinano con il loro carico di sofferenza verso un mondo di sotterfugi, di cattiverie. Creano quella particolare suggestione che solo lo scultore marchigiano .
Il maestro interpreta il suo tempo, l’animo dell’artista si piega di fronte all’uomo riconoscendone il doloroso fallimento esistenziale. E’ contro la guerra, le prepotenze, le ingiustizie, la violenza. E con gli strumenti che meglio manovra d. Le sue opere sgorgano fluttuanti dal fuoco e vengono modellate con scioltezza.